Innanzitutto, in Marocco si beve vino?
“Sì, si beve vino, e lo si produce. C’è un'antica tradizione vitivinicola che si è sviluppata quando il paese era colonia francese. Una tradizione che, nonostante il paese sia a maggioranza musulmana, non è mai stata abbandonata e che negli ultimi anni è rinata. Oggi si producono in Marocco vini di buon livello, destinati per oltre l’80% al consumo interno”.
Chi sono i consumatori di vino in Marocco?
“La vendita di vini, e di alcolici in genere, non è vietata. Ai musulmani è proibito bere alcolici, ma l’applicazione di questo divieto non è sempre così rigida, specialmente nei grandi centri urbani. Stranieri, turisti, espatriati possono consumare alcolici, naturalmente con discrezione e comunque non all'aperto o vicino ai luoghi di culto. Non stiamo parlando ancora di grandissimi volumi di vendite, ma in prospettiva è nel settore del turismo, grazie alla crescita dei flussi di visitatori dall’estero, che io vedo le maggiori opportunità di sviluppo del mercato”.
Quali sono i canali di vendita più interessanti?
“In Marocco, durante il viaggio d’affari organizzato da Promos, abbiamo incontrato importatori del canale horeca e buyer della grande distribuzione. I riscontri che abbiamo avuto dai nostri interlocutori sono stati positivi, hanno apprezzato moltissimo la qualità dei vini che abbiamo presentato. E, soprattutto, sono rimasti colpiti dal rapporto qualità / prezzo. Eppure abbiamo potuto constatare come i vini italiani siano ancora poco diffusi, mentre esiste una forte presenza di vini francesi, seguiti da quelli spagnoli”.
Le fasce di prezzo più richieste?
“Si parte da 5/6 euro per arrivare a 10/12 euro, ma nei ristoranti e negli hotel ci sono spazi anche per bottiglie più costose. Si deve ragionare facendo una valutazione complessiva che tenga conto anche dei costi d’importazione. Oltre a questo, può rappresentare sicuramente un vantaggio poter proporre più etichette, con un’offerta ampia che comprenda differenti tipologie di vino”.
Nei rapporti con le controparti che difficoltà avete incontrato?
“Abbiamo trovato grande apertura e curiosità, ma l’approccio agli affari è sicuramente differente dal nostro e può essere molto utile appoggiarsi, come abbiamo fatto noi con Promos, a un partner che conosca bene il mercato e sappia muoversi nel contesto locale. Anche perché nello sviluppo dei contatti con gli operatori marocchini è spesso necessaria la presenza diretta in loco”.
Per concludere, cosa consiglieresti a chi vuole affrontare il mercato?
“Di non avere fretta e di porsi obiettivi di medio-lungo termine. Non si può pensare di ottenere dei risultati immediati, è indispensabile presidiare da vicino il mercato e le relazioni vanno costruite con pazienza nel tempo”.